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Le nostre "guide"
di Alisia Anzillotti, Sofia Sciobica, Carla Cardelli, Beatrice Ciuffa
Ascolta l'intervista a Claudia (P3), Desiré (P2) e Matteo (G)
SR. LUISA
Sr. Luisa Nicolosi da quest’anno affianca sr. Enrica per il Coordinamento del GrEst.
Ma oltre a questo, il suo ruolo principale è di stare alla statua di San Giuseppe. Lì si trova l’infermeria a cielo aperto, di cui è responsabile. Lì, a tutte le ore della giornata, sr. Luisa è disponibile a confortare e ad ascoltare chi si sente poco bene, a medicare ginocchia e mani di chi cade, a mettere il ghiaccio sulla testa o sulle caviglie di chi riceve un colpo… Non è mai senza lavoro…. 8 ore su 8 ore, lei è lì. E la ringraziamo.
Anche noi siamo andati in infermeria per scambiare due chiacchiere con lei e conoscerla meglio.
«Ho scoperto la mia vocazione all’ultimo anno di Università – racconta sr. Luisa - mentre lavoravo alla tesi in Psicologia, pensavo a cosa fare del mio futuro. Avere una famiglia sarebbe stato bello, ma sentivo che mi stava un po’ stretta tale prospettiva… Pensando a don Bosco, ho capito che potevo donare la mia vita 24 ore su 24 a Dio e agli altri, a voi giovani!».
Che cosa cogli del GrEst dall’osservatorio del Coordinamento?
Colgo una grande collaborazione e uno spirito molto forte di corresponsabilità, perché si condivide molto tra di noi e anche con gli animatori e le animatrici.
Che cosa hanno bisogno oggi i ragazzi per imparare a scegliere?
Sicuramente che ci sia una figura adulta che li ascolti e li aiuti a riflettere. Hanno bisogno di essere accompagnati e guidati ad apprendere a scegliere. In fondo, scegliere è come imparare a camminare.
GIULIA
Chi non conosce Giulia Pennesi? Se la incontri e le chiedi qualcosa del GrEst è capace di farti la sua storia dagli inizi, beh proprio inizi no… ma di molti anni sì. Infatti, Giulia ha fatto tutti i passaggi e i ruoli: è stata animata, animatrice coordinatrice di vari livelli e ora da due anni, insieme con Matteo, coordina il settore dei Grandi, i ragazzi della Scuola Media Superiore di I grado.
Questa sua lunga esperienza è soprattutto una passione, passione per l’educazione, passione per i bambini, i ragazzi e i giovani.
Dice sempre che la sua lista di amici è lunghissima, perché ogni anno si allunga di nuovi incontri e di nuove conoscenze: i ragazzi e le ragazze che arrivano nuovi, con le loro famiglie.
Crede fortemente in noi, giovani, perché sa che abbiamo dentro di noi risorse che vanno risvegliate e che vanno buttate fuori per costruire un mondo migliore, per fare cose belle, per divertirsi e ridere, per piangere e gioire insieme.
Giulia quando non è al GrEst lavora con i ragazzi: infatti segue tantissime adolescenti e preadolescenti per il sostegno scolastico, ma è anche lei stessa studente. Infatti, dopo aver conseguito la Laurea in Filosofia, con il massimo dei voti, alla Sapienza di Roma è in procinto di laurearsi nuovamente. Per via del GrEst la festa sarà rimandata a settembre… siamo sicuri che ce la farai, brillantemente come sempre!
Grazie per il tuo sorriso, che ci regali quando ci incontri anche se non ci conosci per nome!
GIULIA
MARTINA E
RAFFAELLA
Abbiamo intervistato Martina Mataldi e Raffaella Bencivenga, le Coordinatrici del settore P1.
Martina, da alcuni anni sei coordinatrice dei più piccoli. Che approccio hai con loro?
Cerco di dargli tutto l’amore che posso.
Che cosa vuol dire per te “coltivare il talento di educare”?
Vuol dire educare e cercare di aiutare gli altri a imparare ad educare.
Raffaella, ti sei da poco laureata in Psicologia dell’Educazione. Quanto i tuoi studi ti aiutano a interagire con i più piccoli quest’anno?
Mi hanno aiutata a capire meglio le domande dei bambini piccoli, quali sono i loro bisogni e come aiutarli ad essere più sereni e felici.
Secondo te, che cosa regalano i piccoli del GrEst ai grandi? E viceversa?
I piccoli regalano ai grandi tanti gioia e tanta leggerezza, nel senso che aiutano i grandi a vedere le cose in modo diverso. Mentre i piccoli possono ricevere dai grandi la sicurezza di poter riuscire nelle cose più difficili.
ANGELO
ANGELO
di Flavia Assuntore e Federico Ventrella
Abbiamo incontrato Angelo Pasquini, Coordinatore del Calcio. A bordo campo, mentre i ragazzi giocavano abbiamo dialogato con lui.
Perché hai scelto di essere uno dei due coordinatori del calcio?
Perché oltre al gioco, alla competizione e alla vincita, l’obiettivo del Centro estivo è dare un’educazione, far sì che i ragazzi si divertano giocando, e soprattutto imparino anche delle regole per stare e per vivere insieme, anche in un’ottica educativa e sportiva.
Pensi di svolgere correttamente il tuo lavoro sia dentro che fuori dal campo?
Ci provo! È stimolante e divertente farlo, anche faticoso a volte. il risultato lo vedi solamente nel campo, alla fine del GrEst, magari anche dopo anni.
Quanto è impegnativo oordinare contemporaneamente il gruppo e l’attività del calcio?
Il gruppo e l’attività del calcio non sono due cose separate, anzi molti ragazzi che ho nel gruppo giocano a calcio quindi, in realtà, a fine partita, vado a parlare con loro e chiedo “com’è andata? tutto bene?”-e quindi in qualche modo diventa anche uno scambio. Quest’anno, non ho fatto tante volte l’arbitro e così è bello potersi scambiare parole di conforto e di incoraggiamento, di lode e di apprezzamento. Quindi sono un po’ più libero anche di muovermi. Quando fai l’arbitro, no! Egli deve essere più attento, un po’ più vigile, un po’ più neutro.
Cosa fai quando non sei al GrEst?
Sto facendo il tirocinio come psicoterapeuta e poi faccio attività in Centri estivi e formazione con i ragazzi. E poi, per rilassarmi suono il pianoforte!
Pensi che il tuo lavoro ti aiuti a relazionarti con i bambini?
Certo! Per me così non è più neanche un lavoro, mi reputo molto fortunato perché faccio qualcosa che mi piace e che è vicino e aiuta gli altri.
Che cosa pensi dei giovani?
I giovani hanno oggi grandi opportunità. Stiamo vivendo un tempo storico che ha tanto bisogno dei giovani e della spinta che possono dare, di persone che hanno voglia di impegnarsi per cambiare il mondo.. ormai penso che sia più bisogno di loro che di tutti gli altri. Io penso che i veri educatori sono loro, i giovani, perché sono esigenti e chiedono adulti credibili e coraggiosi.